Di fronte alla rottura sociale che si profila, occorre lottare contro questo progetto di sistema pensionistico imposto da Macron ed ispirato dal capitalismo.
Dal 1993, il susseguirsi di controriforme che minacciano direttamente i diritti delle persone salariate, ci ha costretto ad adottare sistematicamente una posizione di resistenza di fronte ai ripetuti attacchi dei padroni e dello Stato contro le nostre pensioni.
Tuttavia, teniamo presente che l’attuale sistema pensionistico è il risultato del “compromesso” del dopoguerra che sancisce il fallimento del proletariato nel suo obiettivo fondamentale di abolire le disuguaglianze sociali, di classe e di reddito. Infatti, alla fine della seconda guerra mondiale, la paura della classe operaia che aveva la classe dirigente dei paesi occidentali ha portato ad offrirle questo “compromesso”. Se accettava di abbandonare l’idea un cambiamento radicale del sistema, poteva godere di un’ampia gamma di prestazioni sociali. Non si tratta di minimizzare questi vantaggi sociali, ma va notato che dall’inizio degli anni ’80, il contenuto del “compromesso” è cambiato con l’offensiva neoliberista. Il suo obiettivo – ed il suo risultato – era quello di rimodellare le relazioni salarali e di rompere il quadro dei negoziati con i datori di lavoro e con lo Stato. Il compromesso e i negoziati sono ormai impossibili.
Oramai il solo orizzonte possibile è uno scontro sociale e politico, una lotta senza quartiere contro il capitalismo e lo Stato, poiché le basi di un compromesso tra l’oligarchia capitalistica ed il mondo del lavoro sono scomparse, ammesso che siamo mai esistite…
Si tratta dunque di elaborare un progetto politico di superamento del lavoro salariato e della produzione industriale del presente, eliminando la durata delle attività inutili e nocive al fine di liberare tempo libero da dedicare, individualmente, ai nostri reali desideri e, collettivamente, all’organizzazione autogestita della nostra società, sbarazzandoci degli imperativi economici socialmente ed ecologicamente distruttivi.
La Federazione Anarchica aspira ad una società libera da tutte le istituzioni politiche e sociali coercitive che ostacolano lo sviluppo di una libera umanità. Punta nell’immediato al miglioramento delle condizioni di vita del mondo del lavoro, puntando a lotte eminentemente politiche, anticipatrici di una società futura priva del capitalismo, una forma di organizzazione sociale assolutamente egualitaria, in quanto chiaramente le ingiustizie sociali derivano dal capitalismo.
Non ci attendiamo nulla dallo Stato. I nostri bisogni sono chiari: l’emancipazione di lavoratrici e lavoratori, l’abolizione delle classi sociali, l’eguaglianza assoluta, la giustizia sociale e l’auto-organizzazione della società.
Se ci sforziamo di abolire lo sfruttamento capitalistico esistente, operiamo ugualmente oggi al suo interno per la diminuzione del tasso di profitto e l’aumento della parte che ritorna a lavoratrici e lavoratori. Da questo punto di vista, la lotta contro il capitalismo deve essere contemporaneamente una lotta contro le istituzioni politiche coercitive, perché il potere politico statale non è che la conseguenza del monopolio capitalistico e della divisioni in classi della società. Lo Stato è il garante dell’ordine sociale disegualitario che noi desideriamo distruggere.
Per la Federazione Anarchica, questo orizzonte di lotte deve prendere sempre di più la forma dell’azione diretta ed in particolare quello dello sciopero generale!
Federazione Anarchica (Francofona)